Caffè Neri

Una serie di punti vendita che dormono poche ore al giorno. Le porte sono aperte dalle colazioni agli apericena. Nonostante il cliente poggi i piedi su pavimenti di marmo, gli spazi propongono uno stile sobrio che sposa classico e moderno, con un pizzico di vintage e shabby chic. Videogame cabinati che spuntano tra i lunghi tavoli, tralci di lampadine, soffitti ariosi e laboratori rigorosamente a vista. Tradizione toscana, creatività e ricerca della soddisfazione. A Caffè Neri si respira aria di casa. “Questa è la sensazione che volevamo dare varcando la soglia del nostro locale,”spiega Simone Bellesi titolare del gruppo “siamo sempre stati una grande famiglia nella gestione della struttura e anche ora che siamo 75 dipendenti vorrei che l’atmosfera intima e divertente rimanesse la stessa.” La storia di Caffè Neri comincia a scriverla il padre di Simone, Giampaolo, classe 1934. Nell’immediato dopoguerra Giampaolo trova lavoro in una pasticceria come addetto alla pulizia delle teglie, era quello il primo, immancabile gradino. Poi, con passione e dedizione, impara l’affascinante mestiere del pasticcere. Nel ’68, con coraggio, decide di aprire il suo primo locale in centro a Firenze, la “Pasticceria Bellesi”. 

“Da lì ha avuto inizio l’attività di famiglia, da lì è iniziato il nostro meraviglioso racconto sporcato di farina,” racconta Simone. L’impresa ha ormai superato i 50 anni di vita e, per questo, nel 2018 ha ricevuto una targa di riconoscimento dal sindaco di Firenze Dario Nardella. “Io ho proseguito il cammino dando al nuovo locale il nome di mio figlio - Neri appunto - e spero che anche lui, che adesso ha poco meno di 20 anni, voglia dare seguito a questa bella storia di famiglia. Oggi abbiamo 4 locali tra Sesto Fiorentino, Calenzano e uno anche di fronte a Ponte Vecchio a Firenze e continuiamo a diffondere la tradizione di mio padre, aggiungendo un tocco di modernità.”

“Massimo Giaccherini ha capito subito la mia idea, c’è stata fin dall’inizio una grande intesa su come rielaborare i grandi spazi di cui disponiamo”. “Mentre io spiegavo ciò che avrei voluto che il nostro locale diventasse, Massimo lo disegnava su carta, sono pochi ormai quelli che riescono a farlo.” Negli arredi basici e nei dettagli cromatici, si riflette il sapore “street” dove ogni cliente può scegliere un angolo dove provare cibi diversi, proprio come accade tra i banchi di un mercato. Nonostante gli innumerevoli traguardi raggiunti, Simone ha ancora qualche sogno nel cassetto. Uno in particolare. “Spero un giorno di prendere Massimo sottobraccio, portarlo in qualche città estera e immaginare insieme a lui un concept store con protagonista l’intera tradizione culinaria fiorentina, toscana e italiana. So che sembra qualcosa di già sentito ma vi assicuro che Caffè Neri, all’estero, sarà qualcosa di totalmente rivoluzionario.”